Gli antichi mais
Gli antichi mais da polenta,
rappresentano un
presidio territoriale contro
l'invasione delle produzioni
agricole industriali.
Sopravvissuti per decenni rifugiandosi
in qualche sacco di contadini
volenterosi e non disposti ad
uniformarsi ai più, sono ora stati recuperati
e rivalutati per le loro caratteristiche
gustative e per la storia
della civiltà contadina collegata alla
loro coltivazione.
Zona di produzione nel parco del Po
Tutta la zona pianeggiante ed in particolare
i territori di Casalgrasso, Cavour,
Barge e Villafranca Piemonte.
Notizie storiche
Molte testimonianze e molti testi raccontano
che in passato erano presenti
sul territorio piemontese numerose
varietà locali originatesi da
differenti condizioni pedoclimatiche
e modalità di coltura. Con l'avvento
delle varietà ibride negli anni '50, più
produttive e redditizie, gli ecotipi locali
sono andati incontro ad un rapido declino.
Alcuni sono addirittura andati
persi come i quarantini ed i cinquantini
e ne rimane solo una citazione
bibliografica, altri sono stati conservati,
attraverso la risemina aziendale,
da alcuni agricoltori legati alle tradizioni
familiari. In Piemonte se ne contano
a tutt'oggi 7 ben distinguibili: i
Pignoletti giallo e rosso, l'Ostenga
del Canavese, il Nostrano dell'Isola,
gli Ottofile bianco, giallo e rosso; di
questi i più diffusi nel parco del Po
sono gli ottofile ed i pignoletti.
Un tempo il mais era seminato a mano
tracciando inizialmente i solchi di
semina con la galiota, piccolo carro
a mano che, grazie alla sue ruote,
imprimeva nel terreno due solchi ad
una distanza pari a quella voluta per
le file.
Ai margini delle file (sulle testere) si
metteva invece la melia ramassa,
cioè la saggina, usata poi per realizzare
le scope.Dal momento che questa non era appetita dai bovini, serviva
anche come riparo e difesa del
mais.
Si riteneva che seminare a grande distanza
tra le file servisse ad aumentare
la resa: un detto popolare infatti
recita "melia raira, barun 'nt l'aira"
(mais seminato rado, grosso mucchio
nell'aia, raccolto abbondante).
La raccolta avveniva a mano, strappando
le pannocchie ed infilandole in
un sacco tenuto a spalla a tracolla,
legato con una corda (bërsach). A
mano a mano che si riempiva, veniva
versato formando dei mucchi. Si
caricava poi il carro (carton) con sopra
alle due estremità le garbagne o
gabion, contenitori in salice utilizzati
per aumentare la capacità del carro
stesso, che non aveva le sponde
sui due lati minori.
Le pannocchie erano poi portate nella
cascina e scaricate a mucchi (baron)
nell'aia (èira), dove venivano
sottoposte a sfogliatura (dëspané la
melia). Erano soprattutto le donne
ed i bambini a svolgere quest'operazione
subito dopo cena, preparando
le pannocchie alla legatura e togliendo
le foglie più esterne.
Oggigiorno le tecniche colturali sono
cambiate ma gli antichi mais sono
ancora seminati "radi" per ottenere
buone produzioni e raccolti a mano
per selezionare solo le spighe migliori.
Si tratta di mais tardivi, vitrei, caratterizzati
da una discreta resa alla
macinazione e da un sapore particolarmente
intenso.
Le varietà locali di mais sono molto
rustiche, poco esigenti in elementi
nutritivi ed acqua e ben si prestano
alla coltivazione biologica. Si adattano
bene anche a terreni collinari
non
particolarmente ricchi; tuttavia,
il terreno più idoneo è quello profondo,
ben dotato di sostanza organica,
con elevata capacità di ritenzione
idrica, ma senza ristagno. In
generale, il mais si adatta a terreni
con pH variabile fra 5,5 e 7, ottimale
6,5; può adattarsi anche a terreni
alcalini, purché non manchino i microelementi.
Fabbisogno idrico
In annate mediamente piovose queste
varietà non necessitano di interventi
irrigui in quanto adattati alle
normali disponibilità idriche regionali.
Possono essere necessarie
irrigazioni di soccorso nel caso di
decorsi stagionali siccitosi; in particolare,
durante la fioritura e in fase
di riempimento cariossidi, il perdurare
di condizioni di siccità può favorire
l'insorgere di funghi produttori
di micotossine.
Farine a differente grado di macinazione
e destinate quindi ad utilizzi
differenti. Polenta tradizionale, paste
di meliga ed altri dolci, pane di
mais, pasta di mais, birra, cialde.
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Fonti:
- AAVV. – Gli antichi mais del Piemonte.
A cura del CRAB
- http://www.ilcrab.it/wp-content/uploads/2012/01/SC-7maisweb.pdf
- Il Mais da polenta. Le tecniche di
coltivazione in agricoltura biologica.
Documento interno al CRAB.